Han cantato le uova a Guarene

Il paese di Guarene è una delle espressioni più genuine del Roero. Sulla cima della collina la casata dei Roero s’insediò già nel 1379 assumendo in seguito, non senza forti dissidi con la popolazione locale, il titolo di Conti di Guarene. Il castello domina la pianura del Tanaro, è stato costruito nel XVIII secolo sopra i resti delle fortificazioni medievali preesistenti per volontà di Carlo Giacinto Roero ed è un pregevole esempio di architettura barocca con evidenti influssi dello stile di Filippo Juvarra.

Colpisce il rapporto conflittuale tra feudatari e borghigiani. Addirittura, nel Cinquecento lo scontro si fece aspro a tal punto che i guarenesi saccheggiarono il castello e tentarono persino di uccidere il conte Teodoro II. Sono terre abitate da gente fiera.

Sono trascorsi cinque secoli eppure gli echi di questo stato d’animo si colgono ancora. Cantè j’Euv, “cantar le uova”, è la festa che precede la Pasqua e rinnova un’antica tradizione. I baldi giovanotti di campagna salivano sui carri la sera, qualcuno vestito da frate, e visitavano la cascine stornellando in cambio di un cesto di uova. Giungevano a notte fonda, svegliavano le persone con le note di canti contadini, e magari il padrone spillava dalla botte boccali di vino per tutti, l’allegria cresceva e nasceva persino l’occasione per corteggiare le ragazze. Le uova servivano a nutrirsi, oppure si vendevano al mercato, ma a Pasquetta si cucinavano in piazza, nel paese, e si condividevano.

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I ritmi dettati dalla tecnologia imperante al nostro tempo avevano affievolito lo spirito del cantar le uova, ma nel 2000 proprio a Guarene, nella località di Castelrotto, hanno provato a riaccendere la fiamma: il calore è stato immediato perché proveniva dalle viscere della terra. L’anno seguente, 2001, Guarene ha ospitato la prima edizione ufficiale del risorto Cantè j’Euv e il successo è stato replicato. Poteva diventare un appuntamento fisso a Guarene, magari proprio lassù al Castello, opportunità straordinaria per guardare dall’alto la valle. Invece, rispettando la memoria della gente, la manifestazione si è fatta itinerante, attraversando il Roero di paese in paese, anno dopo anno, come le carovane gaudenti di un tempo, in cammino tra i campi illuminati dalla luna: Priocca, Castellinaldo, Canale, Montà, Corneliano, Santo Stefano Roero, Vezza d’Alba, Pocapaglia, Ceresole, Sanfrè, Sommariva Perno, Castagnito. E nel 2014 nuovamente a Guarene.

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Quante uova cantate, e quanta gente ritrovata strada facendo. Erano in migliaia ieri sera a Guarene, tra i banchi delle cinquanta proloco sovrabbondanti di piatti locali: fritto misto, salsiccia, carne cruda, trippa con ceci, salame, tomini, bagnet verd, salame crudo, lingua in salsa, zabaglione al moscato, lumache in guazzetto, friciule alla pera Madernassa, soma d’aj, acciughe, batsoà, bollito alla piemontese.

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Vino? Ovviamente in quantità!

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E decine di gruppi folcloristici, con gli uomini in mantlin-a (tabarro) e cappello e le donne con gonnellone e scialle, in sfilata per le vie del borgo con fisarmoniche, clarinetti, tube e chitarre, intrecciando note e ritornelli: O contadino portami il vino Vieni con me stasera splende la luna in cielo Me castel a l’é n’ciabot an sla culina.

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Da sinistra, il sindaco di Castagnito, Felice Pietro Isnardi, e il sindaco di Guarene, Franco Artusio.

Gioia per tutti! Doppia veste per il sindaco di Guarene, Franco Artusio, a rappresentare contemporaneamente il paese organizzatore e il paese ospitante: «Questa manifestazione è un’opportunità straordinaria per far conoscere il nostro paese e il territorio a un vasto pubblico». Occasione colta al volo con la proiezione in piazza del Municipio di un video zeppo di meraviglie: la Chiesa della Santissima Annunziata con i capolavori del Moncalvo, la Pinacoteca Comunale del Roero, le porcellane d’artista, l’agricoltura del Roero. Il sindaco di Castagnito, paese ospitante 2013 ha donato un cestino di uova al sindaco di Guarene sotto l’occhio felice del presidente della Pro Loco per il Roero, Beppe Vezza, anima della manifestazione.

Beppe Vezza, presidente della Pro Loco per il Roero
Beppe Vezza, presidente della Pro Loco per il Roero

La solidarietà non è mancata, anzi: i fondi raccolti da Cantè j’Euv 2014 sono destinati a finanziare l’acquisto di ecografo e TAC per gli ospedali di Bra e Alba. «Un investimento complessivo – ha spiegato Luciano Scalise, direttore della Fondazione Nuovo Ospedale Alba Bra ONLUS – di circa un milione e 200 mila euro, con attrezzature d’avanguardia».

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Si affievoliscono le luci, i cantastorie si tacciono, per ritornare al lavoro quotidiano conservando nel cuore la memoria della festa di popolo che precede la Pasqua, fieri della tradizione e già pronti a salire sui carri per cantar le uova il prossimo anno.

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