Green pass: eliminazione o proroga? Come la pandemia ha cambiato la percezione di obblighi e diritti

Con il decreto-legge 24 del 24 marzo 2022 il governo italiano ha introdotto «disposizioni urgenti per il superamento delle misure di contrasto alla diffusione dell’epidemia da Covid-19, in conseguenza della cessazione dello stato di emergenza»; in particolare sono stati previsti un «graduale ritorno all’ordinario» e il «superamento del green pass». Gli articoli 5 e 6 del provvedimento citano espressamente la «graduale eliminazione» del green pass base (che si ottiene anche con il test antigenico) e del green pass rafforzato (possibile solo dopo vaccinazione o guarigione).

La lettura delle norme disegna uno scenario differente. Il decreto-legge 52 del 2021, che costituisce l’architrave giuridica delle norme sull’impiego delle Certificazioni verdi Covid-19, prevedeva il «31 marzo 2022, termine di cessazione dello stato di emergenza » come data ultima per l’obbligo di esibire il green pass base nelle mense, nei concorsi pubblici, ai corsi di formazione pubblici e privati, per l’accesso alle scuole (esclusi gli alunni), per viaggiare su aerei, navi, treni interregionali e ad alta velocità, autobus su percorsi interregionali, e per l’accesso ai luoghi di lavoro dei dipendenti pubblici e privati; in tutti questi casi il governo ha prorogato fino al 30 aprile 2022 misure che avrebbero cessato di avere efficacia dal primo aprile.

Analoga considerazione può essere effettuata per il green pass rafforzato. Il decreto-legge 24/2022 ha infatti disposto fino al 30 aprile 2022 l’obbligo di esibire questo certificato per accedere a piscine, palestre, centri benessere, convegni e congressi, centri culturali, sociali e ricreativi (al chiuso), sale da gioco, feste al chiuso e per la partecipazione del pubblico a spettacoli ed eventi sportivi al chiuso; anche in questo caso, senza il provvedimento, la misura avrebbe cessato di avere efficacia dal primo aprile.

Per quanto riguarda i servizi di ristorazione al chiuso, il governo ha optato per il possesso, fino al 30 aprile 2022, del green pass base, mentre la norma in vigore disponeva, fino al 31 marzo 2022, l’obbligo di green pass rafforzato. Le nuove norme hanno, invece, abolito il green pass base per accedere a servizi postali e bancari, e ai servizi alla persona, dal 25 marzo 2022, anticipando la scadenza del 31 marzo indicata dai precedenti provvedimenti.

Il recente decreto-legge è anche intervenuto in merito agli obblighi vaccinali, prorogando al 31 dicembre 2022 il requisito della vaccinazione per esercitare le professioni sanitarie, che invece sarebbe decaduto dopo il 15 giugno 2022. Per il personale della scuola, del comparto difesa, sicurezza e soccorso pubblico, e della polizia locale è stata invece mantenuta la data del 15 giugno 2022; per i docenti, però, è stato previsto che «la vaccinazione costituisce requisito essenziale per lo svolgimento delle attività didattiche a contatto con gli alunni». I soggetti obbligati alla vaccinazione, escluse le professioni sanitarie per le quali scatta la sospensione automatica della retribuzione, possono recarsi al lavoro esibendo, fino al 30 aprile 2022, il green pass base; la norma precedente, invece, prevedeva l’obbligo di green pass rafforzato fino al 15 giugno 2022.

Riassumendo: il decreto-legge del 24 marzo 2022, rispetto alla normativa in vigore, ha anticipato al primo aprile la possibilità di recarsi al lavoro, con il green pass base, per le persone sottoposte ad obbligo vaccinale (tranne che per il comparto sanità) e al 25 marzo l’eliminazione del green pass base per accedere a servizi postali e bancari, e ai servizi alla persona, mentre ha reintrodotto fino al 30 aprile gran parte degli obblighi riguardanti green pass base e green pass rafforzato, e prorogato fino al 31 dicembre 2022 l’obbligo di vaccinazione per le professioni sanitarie.

Conclusioni

L’analisi condotta è utile per approfondire un aspetto significativo dal punto di vista comunicativo, sociologico e giuridico. I recenti provvedimenti del governo, infatti, sono stati accolti dall’opinione pubblica come la «fine del green pass», mentre sarebbe stato più aderente alla realtà considerarli come una proroga dell’applicazione di questo strumento per il mese di aprile, e nonostante la fine (quella sì) dello stato di emergenza. In pratica, la prospettiva è stata rovesciata, rendendo ordinario uno strumento di natura eccezionale. Prima della pandemia, nessuno avrebbe accettato l’idea di dover esibire un certificato sanitario per entrare al cinema; oggi, invece, ciò è considerato normale, e diventa eccezionale il fatto che non sia più necessario. Si registra, dunque, un mutamento dell’opinione pubblica in materia di libertà personali.

La Costituzione italiana, nata in antitesi al regime fascista, pone al centro i diritti dei cittadini (al lavoro, agli spostamenti, all’informazione, all’istruzione, alla salute, alla giustizia, per citarne alcuni), come fondamento dello Stato democratico; la nuova prospettiva, invece, sottolinea i doveri dei cittadini e rafforza la concezione di uno Stato burocratico, nel quale l’esercizio di un diritto è subordinato ad una autorizzazione.

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