Ieri sera ho cenato all’Open Baladin di Torino, in Piazzale Valdo Fusi. Altre volte era stato tentato, immediatamente dissuaso dalla coda di persone alla porta. La piazza, tra la Borsa Valori e il Museo di Scienze Naturali, è stata oggetto di un contestatissimo intervento per realizzare un parcheggio sotterraneo da oltre 600 posti auto. In superficie gli skater provano trick tra le strutture in cemento accompagnati delle note provenienti dal Jazz Club Torino. Al centro della piazza sorge un edificio tutto vetri con una storia architettonica intricata, soprannominato “la baita” oppure “Casa Canada” perché ospitò la delegazione canadese alle Olimpiadi Invernali del 2006: i torinesi autentici lo considerano un obbrobrio.
L’impressione è che Open Baladin possa, almeno in parte, nobilitare la struttura. Sarà per l’accurata selezione di birre artigianali, oppure per il concetto di condivisione della cultura birraia di Teo Musso, l’ideatore del brand, o semplicemente per la scoperta di un nuovo luogo di aggregazione in pieno centro, comunque nel primo mese di apertura il locale ha registrato un discreto successo, incontrando il favore di un pubblico attento.
Appena entrato, grazie alla cortesia di una cameriera sveglia, ho abbrancato lo sgabello e mi sono appollaiato al bancone, unico posto libero. L’ambiente è essenziale e vivace, e sopra alla mescita le etichette delle bottiglie formano un coloratissimo murale. Il personale è cortese, il servizio rapido, tenuto conto della quantità di commensali, distribuiti su due piani e un poco frastornanti. La birra arriva in un attimo – ho bevuto una Isaac – e così le patate. I piatti sono rustici, la carne degli hamburger è marchiata La Granda, il galletto ruspante. Con 15 euro ci si sazia. Conviene assolutamente prenotare allo 011.835863. www.baladin.it