Schiavitù e libertà, ieri e oggi, al Cherasco Storia

È stato consegnato oggi il Premio Cherasco Storia, giunto alla 12ª edizione. La cerimonia si è svolta nel salone consigliare della città e nel saluto iniziale il sindaco, Claudio Bogetti, ha ribadito come la cultura costituisca un importante elemento di attrazione turistica e debba perciò essere sostenuta con continuità dalle amministrazioni pubbliche.

Questa’anno il riconoscimento è andato allo storico Gabriele Turi per il volume “Schiavi in un mondo libero: storia dell’emancipazione dall’età moderna a oggi”, edito da Laterza. «Nel preparare questo testo – ha sottolineato l’autore – sono partito dall’oggi per andare al passato e quindi ritornare al presente, seguendo sia la prospettiva storica che l’attualità». Impressionanti alcuni dati sulla schiavitù nei secoli perché aiutano a comprendere un fenomeno inconcepibile per noi contemporanei sebbene ancora drammaticamente esistente: quasi il 10% del “carico” delle navi negriere veniva “perduto” durante il “trasporto”, ovvero circa 12 milioni e mezzo di morti sulla tratta dall’Africa alle Americhe, 14 in quella interafricana, 17 nei tragitti verso l’Oriente. E d’altronde non ci si stupisce scoprendo il trattamento riservato alle vittime di questa barbarie: il “codice nero” firmato da Luigi XV prevedeva pene cruente per i fuggiaschi, dal taglio dell’orecchio o del tendine d’Achille fino alla morte, mentre venne considerata una misura umanitaria fissare a un metro e mezzo l’altezza minima dei ponti delle navi negli spazi destinati agli schiavi.

«Attorno al commercio di esseri umani – ha continuato Turi – ruotava un ingente sistema economico costituito dalle concessioni statali per esercitare la tratta, le assicurazioni (i primi premi pagati dai Lloyd’s di Londra riguardano le perdite derivanti dalla morte di schiavi), i cantieri navali e i servizi portuali». Un business che permane, se è vero che sono oltre 100 milioni, oggi nel mondo, le vittime della schiavitù.

E proprio l’attualità è stata al centro della consegna, nella medesima occasione, di un altro premio, il “Cherasco Storia – Fondazione De Benedetti Cherasco 1547”, a Corrado Augias. Il giornalista ha colto l’occasione per effettuare caustiche considerazioni sulla libertà nell’Italia contemporanea: «Nel nostro Paese – ha detto – il culto della libertà è debole, se pensiamo che nel Novecento abbiamo tollerato per oltre vent’anni un regime autoritario, il fascismo, e all’incirca per altri due decenni un governo tendenzialmente autoritario come quello di Berlusconi». Sferzante la critica alla partecipazione di Angelino Alfano alla manifestazione odierna del PDL a Brescia: «In quale paese al mondo il vicepresidente del Consiglio nonché ministro dell’Interno parteciperebbe ad una manifestazione contro la magistratura?». Infine  Augias, ricordando che quest’anno ricorrono i 500 anni dalla stesura de “Il Principe” di Machiavelli, ha citato il pensiero del filosofo fiorentino secondo il quale le leggi sono deboli quando la corruzione si estende alla società in modo ampio, per trarne un amaro parallelismo con l’attuale situazione italiana.

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Da sinistra, Corrado Augias, Claudio Bogetti, Gabriele Turi

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