No Mafia: incontri, spettacoli e dibattiti sulla legalità

L’associazione Toto di Volpiano organizza, a partire da lunedì 16 ottobre, la quinta edizione del festival culturale No Mafia, nato dall’impegno di un gruppo di giovani volpianesi per portare al centro dell’attenzione il tema della legalità, in paese e dentro le scuole. Il Comune di Volpiano, apprezzando i contenuti, si è fatto promotore dell’iniziativa che così è cresciuta di anno in anno e ha potuto ospitare, durante le giornate, autori e ospiti di livello nazionale. Gli incontri si tengono nella sala polivalente di via Trieste 1.

Quest’anno il filo conduttore della rassegna è la quotidianità. Spiegano gli organizzatori: «Ci sono le storie degli esempi più conosciuti e quelle di persone dimenticate, ma soprattutto la consapevolezza che non serve essere famosi o importanti, che ognuno di noi può fare delle scelte, più o meno grandi, per tutelare la legalità e non dar spazio alla mentalità mafiosa. Tutti i giorni, senza essere eroi».

 

Sandro De Riccardis (foto Mimmo Castellaneta)
Sandro De Riccardis (foto Mimmo Castellaneta)

Il primo appuntamento è con il giornalista Sandro De Riccardis, lunedì 16 ottobre alle ore 21, con letture di Antonella Delli Gatti. De Riccardis, cronista di giudiziaria della redazione milanese di Repubblica, ha pubblicato quest’anno «La mafia siamo noi» (Add Editore, 240 pagine), per raccontare l’invasività dei clan mafiosi nell’economia spicciola, attraverso l’acquisizione di locali pubblici, ristoranti e bar per riciclare il denaro di attività criminali. Spiega l’autore: «Sulle piste da ballo, nei dehors degli aperitivi, tra i tavoli dei ristoranti, nelle notti del nostro divertimento si perfeziona la più capillare operazione di riciclaggio, con i contanti provenienti dal traffico di droga, dalle estorsioni, dallo sfruttamento della prostituzione che vengono reintrodotti nell’economia legale. Un flusso inverso a quello che siamo abituati a immaginare: i capitali freschi si muovono dalle zone più arretrate del Paese per conquistare quelle più sviluppate».

 

Paola Bellone
Paola Bellone

Mercoledì 18 ottobre, sempre alle ore 21, tocca a Paola Bellone, avvocato torinese, raccontare attraverso il suo libro «Tutti i nemici del procuratore» (Laterza) la vicenda di Bruno Caccia, procuratore capo di Torino ucciso alle 23.30 del 26 giugno 1983 con 17 colpi di pistola da alcuni sicari mentre portava a spasso il cane. L’omicidio di un magistrato scomodo, determinato a scoperchiare i traffici della ‘ndrangheta in Piemonte. «Bruno Caccia – spiega l’autrice – fu ucciso dalla ’ndrangheta, senza alcun dubbio. Ma nell’anomala vicenda dell’unico omicidio di un magistrato commesso da un’associazione mafiosa nel Nord Italia rimangono molte ombre. Come sancì la seconda sentenza di appello per il delitto, infatti, e come confermò la Cassazione, il Procuratore fu ucciso in quanto “ostacolava la disponibilità altrui”, cioè la disponibilità di altri magistrati verso i malavitosi».

Venerdì 20 ottobre alle ore 19.30, invece, con «Musica e sapori» l’obiettivo è dimostrare che «la legalità è un piatto appetibile»; cena su prenotazione in collaborazione con Fonderie Ozanam (costo 15 euro, prenotazione obbligatoria al 338.2819800) e, a seguire, concerto dei Re-Beat perché «chi fa antimafia si diverte!».

 

Christian Di Domenico
Christian Di Domenico

Domenica 21 ottobre alle ore 21 va in scena «U Parrinu – La mia storia con Don Pino Puglisi ucciso dalla mafia», spettacolo teatrale scritto, diretto e interpretato da Christian Di Domenico, per raccontare la vita del parroco di Brancaccio ucciso davanti al portone di casa il 15 settembre 1993. «Don Puglisi – sottolinea la presentazione – si era rifiutato di far gestire le feste patronali ai boss e durante le omelie, di fronte agli stessi mafiosi seduti sui banchi della parrocchia, don Pino parlava della necessità di ribellarsi alla mafia».

Infine, martedì 24 ottobre alle ore 21 viene proiettato il documentario «Tuca Nen», realizzato con i soldi ottenuti dal Comune di Volpiano in seguito alla costituzione come parte civile nel processo Minotauro sulle infiltrazioni della ‘ndrangheta in Piemonte. A seguire dibattito su cosa significa oggi parlare di mafia, con il regista Gianluca Orrù, la referente di Libera Piemonte Maria José Fava, l’avvocato Giulio Calosso e il giornalista Alessandro Previati.

In parallelo agli incontri, dal 16 al 25 ottobre, è aperta la mostra multimediale «Parlare di mafia» per riflettere su tematiche come giornalismo, attività investigativa, processi e normative, mentre a Settimo Torinese per «No Mafia OFF» martedì 24 ottobre in Biblioteca Archimede viene proiettato il film «La nostra terra» di Giulio Manfredonia, incentrato sul lavoro delle cooperative agricole nei terreni confiscati alla mafia.

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