Mario Petri, il Ciclone sensibile, raccontato dalla figlia Romana

Rivoli – Romana Petri ha presentato oggi alla Libreria Mondadori, nell’ambito del Salone Off, «Le serenate del Ciclone» (Neri Pozza, 590 pagine, 18 euro), nel quale narra la vicenda umana di suo padre, Mario Petri, cantante lirico e attore, vissuto tra il 1922 e il 1985. Il libro è un omaggio d’amore a un uomo «affascinante», dal fisico possente e dal carattere «fumantino», e allo stesso tempo «sensibile e fragile».

Da sinistra, Romana Petri e Antonella Menzio
Da sinistra, Romana Petri e Antonella Menzio

«Ho atteso 25 anni – ha detto l’autrice – per scrivere questo libro, perché non sapevo come iniziare». Alla fine, ha prevalso l’idea di raccontare una vita intera, dalla nascita alla morte, prima e dopo l’arrivo della figlia che funge da divisore nella struttura dell’opera.

Ne scaturisce un ritratto intenso, intrecciato con la storia d’Italia, costellato di amici, personaggi celebri, da Herbert von Karajan a Sergio Leone, rivisto attraverso gli occhi di una bambina orgogliosa del genitore. «È stato il mio narratore», ha sottolineato Romana Petri, rispondendo alle domande di Antonella Menzio, titolare della Libreria Mondadori di Rivoli, rievocando un momento cruciale: a Santa Marinella, sul litorale laziale, è una notte d’estate; Mario Petri è sveglio, sta leggendo in terrazza; anche la figlia, di quattro anni, non dorme e lo raggiunge; decidono di fare un bagno in mare; la bimba sale sulle spalle del papà che inizia a nuotare a rana; rimangono così per tre ore, nel mare all’alba, durante le quali Mario Petri racconta, anzi declama, l’Odissea, ridando voce ad Ulisse.

«Ho cercato – spiega l’autrice – di trasferire ai lettori l’emozione provata nell’entrare, accompagnata da mio padre, dentro un grande poema epico».

Il titolo del libro deriva dal soprannome di Mario Petri, «Ciclone» appunto, dovuto alla prestanza fisica, sfoggiata come atleta in vari sport, tra i quali il pugilato, e i primi guadagni ottenuti, a 14 anni, cantando serenate alle belle ragazze di Perugia, sua città natale. A dispetto della corporatura – era alto 1 metro  e 92 – e dei muscoli, Mario Petri, dice la figlia, «era un uomo sensibile e dunque fragile; lo scomponeva meno un’aggressione fisica di un’aggressione dell’anima». Aveva dunque «bisogno di protezione», un aspetto evidenziato dalla scrittrice, per disegnare la figura dell’uomo senza tralasciare nulla, men che mai i difetti, restituendolo al pubblico con il suo fascino sicero.

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