La rivoluzione digitale investe turismo e ospitalità

Confesercenti ha recentemente pubblicato un’indagine sull’impiego delle tecnologie digitali nei settori del turismo e dell’ospitalità.

I dati confermano un’accelerazione nella riorganizzazione delle attività. Innanzitutto sul fronte del commercio elettronico, con un raddoppio, tra il 2012 e il 2016, delle utenze attive. Bisogna, però, fare due distinzioni. La prima, tra comparto della distribuzione in generale e le strutture ricettive, con un netto vantaggio di queste ultime, frutto, in particolare, dei sistemi di prenotazione online. La seconda distinzione, rimanendo in ambito ospitalità, è tra piccole e medie imprese: nelle realtà familiari la diffusione dell’e-commerce è pari al 12,8% (rispetto al 8,7% del 2012), in quelle con più di 10 dipendenti è pari al 71,8% (era il 46,7% nel 2012). Anche i social media sono in crescita: l’82% delle imprese del comparto turistico con più di 10 dipendenti  utilizza almeno un social network (Facebook in testa), con una crescita del 20% negli ultimi quattro anni. In ritardo, nell’utilizzo di Internet, sono invece i pubblici esercizi: soltanto il 57% dispone di una connessione.

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L’analisi s’inserisce in un contesto più ampio che registra un boom del commercio elettronico. Nel 2016, secondo le stime di Confesercenti, le imprese di e-commerce saranno 16 mila, con una crescita del 165% rispetto al 2009, caratterizzate dalla giovane età degli imprenditori, in media 9 anni in meno rispetto ai colleghi del commercio al dettaglio (39 anni contro 48). La dislocazione, però, non è uniforme su tutto il territorio italiano: un terzo di queste realtà si concentra in due sole regioni, Lombardia e Lazio.

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