“Il vaccino è una libera scelta”: i risultati di una ricerca

Un’opinione ampiamente diffusa non è altrettanto evidente nel dibattito pubblico, confermando l’esistenza di una pericolosa frattura tra la società e le istituzioni

«Il vaccino è una libera scelta» è un’affermazione ampiamente diffusa tra le persone: è questo il risultato più significativo di una breve ricerca svolta sul dibattito riguardante la campagna vaccinale anti-Covid.

Il dato non è rilevante da un punto di vista quantitativo, nonostante raccolga consensi superiori al 75 per cento, ma piuttosto da una prospettiva di tipo qualitativo perché evidenzia la contraddizione di un sentimento diffuso eppure poco evidente nel dibattito pubblico; conferma, cioè, la presenza di una «spirale del silenzio» (Noelle-Neumann) che porta a non esprimere in pubblico opinioni ritenute minoritarie, per evitare l’isolamento sociale.

La ricerca è stata condotta nel periodo dal 24 agosto al 21 settembre 2021 e ha preso spunto dall’articolo «I gruppi sociali della vaccinazione Covid», nel quale, analizzando le discussioni sui mezzi d’informazione e sui social network, vengono sintetizzate cinque posizioni:

  • Negazionisti: considerano il Covid-19 un inganno voluto da potentati economici e politici per imporre una dittatura sanitaria, e sono contrari sia all’uso delle mascherine che alla vaccinazione (2%).
  • No-vax: giudicano i vaccini pericolosi per la salute, costruiti per soddisfare interessi economici e controllare le masse (7,8%).
  • Free-vax: considerano il vaccino una libera scelta e sono contrari ad ogni forma di obbligo vaccinale (74,5%).
  • Immuni: ritengono che la vaccinazione permetta di vivere normalmente e che le restrizioni alle libertà personali debbano applicarsi soltanto ai non vaccinati (5,9%).
  • Vaccinisti: sono favorevoli all’introduzione dell’obbligo vaccinale per tutta la popolazione (9,8%).

Queste etichette costituiscono una semplificazione, perché le sfumature e i distinguo su questo tema sono innumerevoli, tuttavia sono necessarie al fine di “pesare” le diverse opinioni; proprio partendo da questa classificazione, infatti, è stata posta la domanda «Con quale gruppo sei d’accordo?», che ha raccolto le percentuali sopra indicate, seguita dalla domanda di verifica «Pensi che», alla quale erano associate cinque opzioni:

  • Il Covid è un inganno (3,9%).
  • I vaccini sono pericolosi (14,7%).
  • Il vaccino è una libera scelta (75,5%)
  • Il vaccino rende immuni al Covid (5,9%).
  • Tutti devono essere vaccinati (14,7%).

(Nota: la somma delle percentuali è superiore a 100 perché era possibile dare più risposte).

Confrontando le due risposte si possono effettuare le seguenti considerazioni:

  • La condivisione della considerazione del vaccino come libera scelta (75,5%) è lievemente superiore alla percentuale del gruppo «free-vax» (74,5%).
  • La percentuale dei «negazionisti» (2%) è inferiore alla posizione di chi considera il Covid un inganno (3,9%), facendo ritenere che l’etichetta «negazionista» sia ritenuta spregiativa.
  • La percentuale dei «no-vax» (7,8%) è inferiore alla posizione di chi considera i vaccini pericolosi (14,7%), facendo ritenere che l’etichetta «no-vax» sia ritenuta spregiativa.
  • La percentuale di «vaccinisti» (9,8%) è inferiore alla percentuale di chi ritiene che tutti debbano vaccinarsi (14,7%), facendo ritenere che l’etichetta «vaccinista» sia ritenuta spregiativa.

Come detto, questa ricerca va interpretata soprattutto in ottica qualitativa e non focalizzandosi soltanto sui numeri, poiché il pubblico è stato raggiunto in modo casuale, attraverso i seguenti canali:

  • Una e-mail inviata a 6mila destinatari.
  • La pubblicazione del post su profili Facebook, LinkedIn e Twitter.
  • Una promozione sulla pagina Facebook che ha raggiunto 20.215 persone tra 15 e 65 anni residenti in Italia.

L’articolo è stato visto 415 volte e le risposte registrate sono state 102 (pari al 24,5% delle visualizzazioni). È emerso dai commenti che alcune persone non hanno risposto per timore di essere schedate (nonostante il sondaggio fosse completamente anonimo).

Il modulo consentiva anche di aggiungere un commento libero; le affermazioni più condivise sono le seguenti (tra parentesi il numero di risposte):

  • Credo nella libera scelta, nessuno deve essere obbligato a vaccinarsi (14).
  • I vaccini non sono sufficientemente testati e sono frettolosi (6).
  • C’è poca trasparenza e chiarezza d’informazione (5).
  • Il virus viene utilizzato per interessi politici ed economici (4).
  • Chi non si vaccina dovrebbe pagarsi le cure (3).
  • Si devono vaccinare soprattutto le categorie a rischio (3).
  • È fondamentale mantenere le precauzioni, indossando la mascherina ed evitando assembramenti (2).

Conclusioni

Il confronto tra differenti opinioni è la più grande ricchezza della democrazia. I meccanismi di funzionamento dei social network riducono gli spazi di discussione e polarizzano le posizioni, scatenando l’aggressività tra opposte fazioni. Questa modalità ha ormai travalicato i confini del mondo virtuale, inquinando tutta la società e riducendo le possibilità di mediazione. È urgente ricostruire luoghi nei quali il confronto possa svolgersi in modo civile e responsabile affinché possano emergere soluzioni condivise. Questo compito può essere svolto, in particolare, dalla politica e dall’informazione. Tuttavia, questa ricerca evidenzia un aspetto cruciale: un’opinione ampiamente diffusa tra le persone («il vaccino è una libera scelta») non è altrettanto evidente nel dibattito pubblico, confermando l’esistenza di una separazione tra i diversi livelli sociali e una frattura tra il popolo e le istituzioni. La questione non è comprendere chi abbia ragione o torto ma ridurre questa distanza per evitare la degenerazione del conflitto sociale.

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