Nell’affollata sala stampa di Vinitaly, Oscar Farinetti ha annunciato ieri che: « Eataly Verona si farà. Sarà probabilmente l’ultima grande apertura di Eataly in Italia perché dobbiamo pensare di più ai mercati esteri».
Si parla già di una possibile data per il taglio del nastro, il 2016. Il sito scelto è l’ex fabbrica del ghiaccio, un complesso che risale agli anni Venti. «Ridaremo vita – ha detto Farinetti – a un luogo abbandonato perché abbiamo sempre creduto che si debbano riutilizzare gli immobili dismessi». Una scelta coerente, come già accaduto a Torino con Carpano, al Palazzo Millo di Genova e per il terminal della stazione Ostiense di Roma, massimo emblema dello sperpero del denaro dei contribuenti, costato 115 miliardi di vecchie lire, usato 37 giorni per i Mondiali di Calcio del 1990 e poi lasciato marcire per vent’anni, prima di diventare lo store Eataly più grande del mondo, con 500 posti di lavoro e un intero quartiere tornato a respirare, ovviamente senza un centesimo di contributo pubblico.
Flavio Tosi, il sindaco di Verona, ha subito ringraziato Farinetti per la decisione coraggiosa di investire svariati milioni di euro nella sua città, e il patron di Eataly ha rilanciato: «Gli imprenditori devono avere obiettivi poetici e usare metodi matematici per raggiungerli, e la prima forma di poesia è creare posti di lavoro. A Verona, inoltre, grazie alla grande macchina del ghiaccio di questo fantastico edificio, avremo un’occasione unica per concentrarci e riflettere sul tema della conservazione del cibo che da millenni impegna l’uomo».