Da Dio in terra a una terra senza Dio – L’arte cristiana secondo Vittorio Sgarbi

«Non esiste altra religione che abbia espresso tanta bellezza come quella cristiana. Una bellezza che vale per tutti, anche per chi non crede». Vittorio Sgarbi sintetizza così 1500 anni di espressioni artistiche impegnate a rappresentare l’umanità di Cristo, Dio fattosi carne.

L’occasione è stata la presentazione al Castello di Miradolo, a San Secondo di Pinerolo (TO), davanti ad almeno duecento attenti ascoltatori, del suo ultimo libro Nel nome del Figlio. Natività, fughe, passioni nell’arte, edito da Bompiani.

«Con la venuta di Cristo – è la sottolineatura di Sgarbi – Dio si fa uomo e contemporaneamente l’uomo diventa Dio perché l’amore per il prossimo lo rende divino». Se in principio il Padre crea il mondo, il Figlio lo cambia, lo ribalta, rendendo il genere umano fautore della propria redenzione, da homo homini lupus a homo homini deus. Tutto ciò si riflette in modo consistente nell’arte perché “Cristo ha trasformato l’arte diventando il soggetto di migliaia di rappresentazioni”.

Partendo da questo punto di vista il critico ferrarese ha commentato una serie di opere significative, come il mosaico absidale del Duomo di Cefalù, gli affreschi di Giotto nella Cappella degli Scrovegni – “primo atto dell’arte moderna in Italia in quanto l’attenzione si concentra sulla figura umana” – tra i quali Gioacchino e Anna, i genitori di Maria, alla Porta Aurea, e ancora il Gesù dal volto perplesso di Antonello da Messina, la Pietà di Michelangelo, il Cristo morto di Mantegna (con un audace accostamento alla fotografia del cadavere di Che Guevara), la Resurrezione di Piero della Francesca e la Cena in Emmaus nella doppia interpretazione di Caravaggio.

Fino all’avvento dell’impressionismo che segna un cambiamento radicale, perché “il soggetto non è più Cristo bensì l’uomo, nelle strade di città, a colazione sui prati, nei luoghi di lavoro”. Dio scompare dal mondo, come nel Quarto stato di Pellizza da Volpedo, dove uomini e donne avanzano sicuri verso il proprio destino, rappresentando il punto di arrivo di una storia in cui l’umanità rimane senza Dio.

La resurrezione di Cristo, Piero della Francesca
La resurrezione di Cristo, Piero della Francesca

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