La casa tra gli ulivi, architettura amica del territorio

La casa tra gli ulivi: non è uno slogan, ma un progetto concreto, realizzato nel 2014 da Studioata a Montegrazie, nell’entroterra di Imperia. «L’obiettivo – spiega l’architetto Alberto Rosso – era riqualificare un luogo abbandonato». In questa zona, infatti, sempre più stranieri, soprattutto da Germania, Olanda e Paesi del Nord Europa, acquistano ruderi agricoli e li ristrutturano, per trascorrere periodi di riposo sulle colline prospicienti il mare. «Questi interventi – continua Rosso – consentono, se eseguiti con intelligenza, di proteggere il territorio, contenendo i rischi idrogeologici e di incendio».

La casa tra gli ulivi
La casa tra gli ulivi

La casa di Montegrazie, in località Cian du Beccu, è circondata da 100 ulivi, in un terreno di 2.500 metri quadrati. L’edificio occupa un superficie di 53 metri quadrati, su due livelli, ed è stato concepito come un «cannocchiale per gustare il paesaggio».

La casa tra gli ulivi
La casa tra gli ulivi

Due cubi in pietra sovrapposti, con finestre contrapposte a tutta altezza, proiettano le persone dentro l’ambiente circostante. Nella costruzione sono stati impiegati materiali locali, come le pietre dei muretti a secco, anch’essi ripristinati. Le scalette, usate un tempo dai contadini per spostarsi in occasione della raccolta delle olive, consentono ora di raggiungere l’edificio e collegano i due piani. L’acqua proviene dall’antico pozzo, opportunamente meccanizzato, e un tronco di ulivo recuperato è diventato il gradino dell’ingresso.

La casa tra gli alberi
La casa tra gli alberi

«Si tratta di privilegiare – spiega Alberto Rosso – pochi interventi mirati i cui effetti positivi possono estendersi all’intorno». Ne è un esempio, in un contesto totalmente differente, la casa tra gli alberi, riconversione ad abitazione di un fabbricato artigianale in disuso a San Salvario, multietnico quartiere di Torino. L’area, un cortile interno incassato tra i palazzi, si caratterizza per la presenza di un prato e dieci alberi. «Il basso fabbricato e il suo cortile – sottolineano a Studioata – sono stati trasformati in una “casa tra gli alberi” e in un vero e proprio giardino, per il piacere dei proprietari ma anche degli abitanti dei palazzi vicini».

Il gruppo di Studioata
Il gruppo di Studioata

L’architettura, dunque come strumento di riappacificazione tra l’uomo e l’ambiente: è lo spirito di questo gruppo di giovani architetti, dieci, riuniti in Studioata dal 2000, nella sede di via Belfiore a Torino, anch’essa esempio di riqualificazione urbana. Un team che ha ottenuto significative gratificazioni: la «casa tra gli alberi» ha vinto il premio Architetture Rivelate 2013 dell’Ordine degli Architetti di Torino, mentre la «casa tra gli ulivi» è stata premiata nel 2015 al seminario internazionale di architettura e cultura urbana di Camerino.

 

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