Fare l’addetto stampa per un evento, un lavoro da giornalisti

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Nell’organizzazione di un evento la comunicazione riveste un ruolo strategico. Le preoccupazione maggiore è quella di «non comunicare abbastanza, e non comunicare bene», e così scatta la frenesia di trovare soluzioni geniali, capaci di garantire il successo. Alle porte degli organizzatori bussano schiere di consulenti di marketing e di pubblicità, presentando idee innovative e dai risultati mirabolanti, ma alla prova dei fatti il risultato è sovente deludente perché la strategia e la costanza sono più efficaci di scelte estemporanee ed emotive.

Informazione e comunicazione non sono la stessa cosa

Bisogna innanzitutto sottolineare un aspetto fondamentale: informazione e comunicazione non sono la stessa cosa, riguardano ambiti diversi e, di conseguenza, hanno obiettivi e modalità operative differenti. La prima è la missione degli addetti stampa, la seconda ha un orizzonte più ampio e comprende il marketing, la pubblicità, le promozioni, le Relazioni pubbliche.

Una seconda riflessione è doverosa in tema di professionalità. Premesso che una adeguata preparazione è indispensabile per chiunque sia coinvolto in una campagna di comunicazione, un addetto stampa deve possedere competenze specifiche nel campo del giornalismo. E’ indispensabile, pertanto, rivolgersi a professionisti regolarmente iscritti all’Albo; proprio per questa ragione  la legge 150/2000, che disciplina la comunicazione nella Pubblica Amministrazione, fa espresso riferimento a questo requisito nella selezione dei componenti di un ufficio stampa.

Perché è necessario essere giornalisti per lavorare come addetto stampa per un evento?

Perché, come detto in precedenza, informare è diverso da comunicare. L’addetto stampa, infatti, ha il compito di trasmettere ai colleghi delle redazioni notizie riguardanti il committente, ad esempio per un evento.

Il primo lavoro, perciò, è proprio quello di individuare quello che è notizia e quello che non lo è, e questo è il pane del giornalista. È del tutto inutile, e persino controproducente, inviare comunicati stampa privi di notizie, preparati con intenti di tipo “promozionale”, perché il destino di queste comunicazioni è già segnato in partenza, ovvero finire nel cestino, con la conseguenza, inoltre, di perdere in credibilità e ricevere meno attenzione da parte delle redazioni.

Altrettanto importante è il modo in cui viene scritto il comunicato stampa, che è un vero e proprio articolo con la caratteristica, però, di essere destinato ai colleghi delle redazioni e non ai lettori finali; dunque, sia l’impostazione che lo stile devono rispettare criteri giornalistici.

Infine, l’appartenenza alla medesima categoria facilita la comprensione delle esigenze lavorative, ad esempio sui tempi di ricezione dei comunicati stampa, sulle immagini da allegare e anche sull’inserimento o meno all’interno della mailing list (in base a aree geografiche e argomenti di competenza); insomma, parlando la stessa lingua ci si capisce meglio.

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